5.29.2003

Cuba

FULVIO GRIMALDI PER MONDOCANE O9/O5/O3


Lo fan tutte e stavo per pronunciarmi anch’io su Cuba. Riflettevo che la pena di morte non mi pare per niente buona, tanto meno se inflitta a democratici in fuga (qualcuno vorrebbe farli passare per dirottatori a mano armata incaricati di promuovere iscrizioni agli uffici di reclutamento della centrale mafio-terroristica di Miami). Non godo delle prigioni (neanche quando inflitte ad Adriano Sofri che scambia Trotzky per Bush e bagni di sangue per semina di democrazia), specie se toccano a oppositori (integralisti rossi li definiscono mercenari di Mr. Carson, incaricato USA della liberazione del popolo, reclutati per l’ennesima campagna democratica: 70 miliardi di dollari rubati all’embargo, 3.478 cubani giustiziati con omicidi, invasioni, bombe, guerre biologiche). Oppositori che vorrebbero per l’isola gli stessi benefici goduti in passato da paesi come Cile, Guatemala, Argentina e, ultimamente, Iraq. Stavo per esprimere tutta la mia fregola peri diritti umani disattesi, quando, svaporata un po’ di lucidità grazie a un
goccetto di Havana Club, mi sono ritrovato su alcuni, obliati sentieri.
Dalle parti di Guantanamo, superate dieci gabbie per polli dove pastori e bambini afgani, incappucciati e incatenati in ginocchio, venivano allevati a diritti umani, gironzolavo in una landa resa verdissima e fronzuta, zeppa di bovini al libero pascolo, ruscelli scalpitanti, uccelletti cinguettanti, pesticidi biologici rampanti, grazie a un ciclopico lavoro di trasferimento d’acqua là dove prima c’era un Sahara. Più in là, in quel di Bayamo, abitavo aule, dormitori, basketdromi, mense e campi biologici, al seguito dialettico di minigonellate fanciulle che acquistavano gratis conoscenza e coscienza.
Mentre, allungato lo sguardo oltremare, scorgevo donne ravanare nell’ analfabetismo per il 78% della popolazione centroamericana e caraibica.
Impegnato nello scatarrare i residui delle patrie emissioni di diritti umani via marmitte e ciminiere e ancora fosforescente per piogge di casalingo elettrosmog, in cima alla sierra risanavo a forza di medicina naturale, in uno dei mille ambulatori alimentati da pannelli solari con i quali questi avanzi del realsocialismo arrivano al 35% di energia pulita. E allora, dilemma: come la mettiamo con quest’isola? Mi soccorre il Tg: “In Israele roadmap di pace e governo anti-Intifada di Abu Mazen inaugurati con strage di palestinesi a Gaza. I marines sparano sulla folla a Falluja, Bassora, Mosul, Bagdad” e superano i 30 milioni di esecuzioni extragiudiziarie di dissidenti dal 1945 ad oggi. QUESTA è serietà professionale in democrazia.