2.19.2003

Incertezza della felicità

La felicità: sta nell'incertezza, nell’ immaginare mattine e destini che non ci appartengono. Mai, se la memoria non mi tradisce, ho sperimentato quella deliziosa sensazione senza che una piccola, millimetrica, quasi impercettibile ombra, intorpidisse quel piccolissimo spazio di tempo che riempie l'infinito. Felici erano i giorni del niente, quelli in cui tutto rimaneva da fare, perché sa di poco questa parte del cammino in cui il passato diventa così poco materiale che non puoi neppure immaginarlo, il futuro così vicino da materializzarsi, però così alieno e così poco tuo che è del tutto intangibile. Addentrarci nel mondo degli altri, violenta le nostre anime, va contro la natura stessa, ci rattrista da dentro. Quante volte necessito l'alba quando qui è già mezzogiorno. I fusi orari mi perseguitano da sempre perché la notte qui è come uno scuro imbrunire, la mattina come una notte senza stelle, il pomeriggio come una mattina senza tempo, senza rumori né odori, senza musica né eco, senza vita.

... Un angelo stava passeggiando per le mie vene
svegliava le mie dimenticanze
sfumava nel nulla
Lo sentivo tangibile, lo sentivo vivo
Mi sono svegliata felice, ma era solo un sogno