Tristezza cosmica
Mi sono svegliata alle 6,45 come sempre con il caffè ed un bicchiere di vitamine ed eccola li in agguato "la tristezza cosmica". Arriva inaspettata, senza un apparente motivo, in momenti in cui parrebbe andare tutto bene. Tra tre mesi smetto di lavorare, avrò un sacco di tempo per me, ho degli amici meravigliosi ai quali posso telefonare a tutte
le ore del giorno e della notte. E' una giornata di sole e normalmente la luce mi rende felice, non fa freddo ed anche questo normalmente mi rende felice, vivo con un amico meraviglioso e liberante, ma la tristezza, in agguato già da ieri pomeriggio, è qui ora a tenermi compagnia. Non mi alzerei dal letto, resterei tutto il giorno a guardare il soffitto bianco di casa mia, ma mi alzo, faccio la doccia e mi trucco, come tutti i giorni, scelgo una gonna ed una canotta da mettere e fumo 3 sigarette una dopo l'altra.
Sul bus che mi porta al lavoro guardo fuori dal finestrino senza vedere nulla, sguardo fisso nel vuoto, nessun pensiero in testa, solo ronzio ed occhi spenti. Me li sento gli occhi spenti, spenti e tristissimi. So esattamente che cos'è, ci convivo da tanti anni e non si è mai allontanata neppure quando, più giovane, ero innamoratissima di qualcuno. E' la vita, questo cazzo di vita senza ideali e senza religione. Si, la religione, spesso penso che questo "oppio" aiuta un sacco di persone ad andare verso la serenità. Mi dico che non ne ho il diritto, mi dico che Osmel in Mexico, Juan Carlos o Viky a Cuba o tutti quelli che non conosco in qualsiasi sud del mondo o in paesi in guerra ne avrebbero più diritto di me, in parte me ne vergogno, ma non mi ha mai aiutato pensare a chi sta peggio per sentirmi meglio.
Arriverò in ufficio e non saprò con chi parlarne, i problemi più grossi qui sono l'ulcera da mancato avanzamento, la Juve che ha di nuovo vinto (io sono anche del Toro). Ed io lo racconto a te, amico mio carissimo, che sei dentro il tubo e che leggerai chissà quando. Fumo un'altra sigaretta, chissà potrei rivolgermi a Elegguà (il mio santo nell' universo Yoruba) che presiede ad ogni cammino e ad ogni porta del mondo. Lui il depositario dell'Ashé, del potere spirituale. Simbolo degli opposti, a metà strada tra gli esseri umani e gli esseri divini. Passerà ed in parte forse è già passato.
Grazie per l'ascolto.