4.08.2003

Parte lui per primo

Raul è in volo verso La Habana, tra sei ore l’odore del terzo mondo gli ricorderà la sua infanzia. Io c’ero quando 14 anni fa ha messo piede per la prima volta in Europa. Quanto tempo, quante cose, dalla clandestinità all’inserimento totale in questa, veramente, vecchia Europa. Agitato come sempre ha consegnato il bagaglio per il check-in con il terrore di sempre, quello di sentirsi dire: Troppo! Bisogna pagare! Non sai cosa fare quando ti dicono che il bagaglio pesa troppo, perché rischi di strapagare tutte quelle magliette usate che valgono una fortuna per chi le aspetta e nulla per te che le hai raccolte da amici e parenti per non svenarti nell’acquisto dei regali per tutti. Quegli stracci diventano importanti per te e per loro e non te la senti di alleggerire a casaccio con il rischio di lasciare qualcuno a bocca asciutta. Ti immagini il momento in cui aprirai la valigia e li stupirai come un mago che tira fuori il coniglio bianco dal cappello a cilindro. Che sollievo quando la valigia, che questa mattina passava il peso di 8,5 kg., andava via sul tappeto a rulli verso l’imbarco. Che sollievo passare dall’altra parte con altri 20 kg. di bagaglio a mano e vedere Raul finalmente sorridente. Chi ha vissuto in clandestinità in un qualche momento della propria vita si sente a disagio ed in colpa per sempre! Domenica 20 aprile toccherà a me ed a Carlo. Una settantina di kg. tra valigia e bagaglio a mano. Anche per me sarà la stessa cosa, la stessa ansia, lo stesso panico, la stessa tensione fino a quando non sarò seduta al mio posto sull’aereo. Non sarà finita li per me che ho una folle paura di volare. Sarà bello però, come sempre, essere svegliata la mattina dopo a casa di Viky dall’odore del disinfettante, dai cani, dal pappagallo e dai passeri che entrano dalla finestra di una casa popolare al quarto piano al quartiere Cerro, dietro piazza della Rivoluzione a La Habana. Verrà Panchito con i suoi, credo 80 anni, a prendermi per portarmi a Colon con la sua Ford bianca del 1958 e gli interni rossi in pelle in perfetto stato di funzionamento e li su quell’auto sulla strada tra La Habana e Colon assaporerò uno di quei pochi attimi di felicità che ti regala così di rado la vita.