1.13.2003

Vivere o sopravvivere

Siamo sulla terra per vivere e non ci basterà la vita per scoprire ciò che si cela dietro la parola vivere. Sappiamo tutti solo che cosa vuol dire morire. Ognuno, a modo suo, immagina le condizioni di un anima al di la della morte perchè del corpo vediamo e sappiamo tutto, ma vivere, che significato ha per ognuno di noi vivere? Vivere per un uomo? Per tanti uomini? Che è poi la stessa cosa, così come vivere per un figlio o per tanti figli. Vivere per gli altri? Forse sarebbe meglio pensare che viviamo per sopravvivere. La sopravvivenza è più cruda, più semplice, è l'essenzialità della vita e presuppone una sorta di egocentrismo sano e un sano desiderio di vivere solo per noi stessi. Com'è difficile però domandarsi in ogni momento se l'azione che stiamo compiendo sia pagata in se o se ci aspettiamo dagli altri un ritorno che ricatterà noi e loro domani? Mi piace stare da sola in casa, ho sentito il bisogno da subito di incominciare questo pezzo di vita lontano dagli altri, nel silenzio di questa casa, senza telegiornali, senza televisione, senza collegamenti ad internet se non per spedire messaggi con i pensieri che si ricostruiscono piano piano nel mio cervello dopo ore di silenzio. Scopro di non avere tempo necessario per fare tutto, ma il mio tutto sconvolge i miei simili perchè il luogo comune è pensione uguale uscire, vedere gente, palestra, mercato e chi più ne ha più ne metta per poter dire a fine giornata, non sono stata un attimo in casa, nè un momento da sola, per far si che la prosecuzione della vita libera e liberata dal lavoro abbia continuità con la precedente. A me non succede nulla di tutto questo, sono stata in mezzo agli altri, che lo desiderassi o no, per 34 anni e questo stare con me ore ed ore mi pare mi dia il giusto equilibrio per rifiondarmi nuova e rinata, sicuramente anche in mezzo agli altri. Mi vengono in mente parole tue sulla morte e sulla resurrezione e mi dico che anche morte e resurrezione dovrebbero essere molto più presenti nella vita dell'umanità. Trasformare noi stessi trapassando da una condizione all'altra presuppone la morte di qualcosa, mi piacerebbe essere capace di fare questo di me con quella laicità che ha contraddistinto tutta la mia vita. Dormo poco e mi piace dormire poco, anche le ore di sonno precedentemente erano condizionate da qualche cosa, dormivo preventivamente quasi le ore si potessero risparmiare come i soldi in banca per attingerci quando ne avessi avuto bisogno. Mi alzo molto presto per avere più tempo da sola prima che qualcuno arrivi a casa a rompere il mio silenzio.
Embrioni di pensieri che non so ancora dove mi porteranno, ma che ho sentito il desiderio di affidare a te, unica e sola cassaforte del mio essere di questi ultimi mesi. Parlare a te o parlare con me stessa è un tutt'uno, ma questo credo di avertelo detto altre volte. Ho desiderio di vederti, ma non ho fretta, come sempre daltronde, tu mi hai regalato la meraviglia dell'attesa, il fascino del silenzio, la spregiudicatezza ed anche la possibilità di andare oltre ed insieme la sicurezza della tua esistenza da qualche parte nel mondo pronto a ricevere e a dare, tu strumento necessario per uscire da una strada scontata e per andare chissà dove. Sicuramente verso la bellezza del non conosciuto.