10.31.2002

Rabbia cc

Sono tra il triste e l'incazzato, la rabbia, quando la provo, mi lascia sempre una grande tristezza. Non mi piace arrabbiarmi con gli altri (è fatica) e Cc mi ha fatta veramente arrabbiare. Ci siamo conosciuti nel tubo giusto sei mesi fa. Quello che ci ha tenuti vicini in questo periodo è stato il parlare di noi, di tutte quei sentimenti, emozioni, repressi che proviamo in un mondo dove prevale la banalità, la superficialità ed il silenzio. Oggi ho ricevuto la sua chiamata prima di pranzo, gli ho raccontato che cosa farò nei prossimi giorni e lui mi ha parlato di quanto è bella Bergamo alta, delle piastrelle, di suo figlio e del suo gatto. Non ho ne figli nè gatti, non conosco Bergamo e non ho i soldi per comprarmi una casa! Lo so, detto così appaio insofferente ed intollerante, ma non è assolutamente vero e tu, che conosci veramente il mio essere, sai che non si tratta di intolleranza o insofferenza, ma di darsi qualcosa reciprocamente anche se il tempo e lo spazio vengono gestiti da altri che non siamo io e lui. Darsi qualcosa, come se fosse facile! Darsi la propria solitudine, la propria incoerenza, il proprio non coraggio, la propria paura altro che piastrelle e gatti. Usare quello spazio di tempo che ci è concesso con qualità, nella quantità ci possiamo permettere anche di parlare del più e del meno, ma quando tutto viene relegato a mezz'ora ogni giorno, sabato e domenica esclusi, la qualità diventa fondamentale. Mi ha detto che aveva bisogno di sentirmi. Sentirmi? Mi ha sentita, secondo te? S e n t i r s i... è una parola bellissima. Sentirsi dentro, cuore con cuore, cervello con cervello, anima con anima, non aprire la bocca e parlare. Ho provato a spiegare queste mie sensazioni negative, ma è stato come parlare in un'altra lingua. Pretendevo solo di essere presa in considerazioni e mi è stato risposto "buona fortuna". Perfetto! Continuo ad incontrare gente che pur di non andare oltre preferisce tornare sui propri passi. Evviva! Ecco perchè il mondo si è fermato al palo. Comprendimi almeno tu, per favore, tu che sei oltre la possessività, oltre la paura dei tuoi limiti, oltre la fedeltà, oltre la gelosia. Tu che sei lo specchio della mia coscienza ed il riflesso delle mie curiosità e della mia voglia di crescere. Tu che mi concedi e ti concedi una sosta dai pensieri, il letargo delle mente e del corpo senza inutili apprensioni e che sai attendere senza usare le forbici per tagliare il tuo germogliare magari con gli alberi la prossima primavera. Ciao.